Nistagmo e Psicomotricità
La psicomotricità può aiutare un bambino a sperimentare i propri limiti?
Qual’è il ruolo della Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva?
La psicomotricità può aiutare un bambino a superare i suoi limiti?
Durante il percorso di sviluppo del bambino ogni nuovo appuntamento funzionale, ogni nuova acquisizione, anche in relazione all’età, può rappresentare un momento di sfida per il piccolo e per la sua famiglia. Momento in cui si potrebbero evidenziare delle vulnerabilità nel percorso evolutivo e sperimentare nuove emozioni da affrontare.
Un obiettivo prioritario della pratica neuropsicomotoria è quello di sostenere lo sviluppo neuropsichiatrico del bambino, e sostenerlo anche nel suo percorso di crescita emotiva attraverso il gioco, creando uno spazio di fiducia, un ambiente di ascolto e sperimentazione in cui poter conoscere i propri limiti e meglio rappresentarsi anche le proprie possibilità.
In questo percorso di crescita il terapista assume il ruolo di un accompagnatore, di una guida che media l’esperienza e aiuta il bambino a superare le proprie difficoltà, accompagnando anche la famiglia: per esempio fornendo delle chiavi di lettura del comportamento del proprio bambino oltre che, insieme alla famiglia, definendo delle strategie per superare eventuali limiti.
All’interno di questo percorso, a seconda delle sfide che ogni età comporta, il lavoro del terapista può essere coadiuvato anche da altre figure professionali come ad esempio lo psicologo o lo psicoterapeuta che – sia attraverso un lavoro diretto con il bambino, sia attraverso un lavoro di sostegno alla genitorialità, oppure ancora attraverso l’osservazione partecipata delle sedute di riabilitazione e la successiva rilettura delle dinamiche in equipe – può fornire un apporto fondamentale per sostenere lo sviluppo del bambino anche dal punto di vista emotivo.
Il ruolo della TNPEE nel Nistagmo
Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) è un professionista sanitario che svolge, in collaborazione con l’equipe multiprofessionale di neuropsichiatria infantile, attività di abilitazione, di riabilitazione e di prevenzione nei confronti delle disabilità dell’età evolutiva con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino nella sua globalità, nel modo più armonico e funzionale possibile in relazione alla patologia di base.
È l’operatore che elabora e realizza nel concreto gli obiettivi del programma terapeutico – che sono stati condivisi con l’equipe multidisciplinare e in accordo con la famiglia del bambino – attuando procedure e tecniche specifiche di riabilitazione all’interno di contesti ludici significativi, motivanti l’interesse e la curiosità del bambino, per aiutarlo a sperimentare e ad agire nell’ambiente per conoscerlo.
Adattare percettivamente gli ambienti all’interno dei quali viene svolto l’intervento riabilitativo, tenendo conto delle caratteristiche visive e del quadro del bambino, è una condizione assolutamente indispensabile e prioritaria affinché il bambino possa essere messo nella condizione di utilizzare al meglio le sue competenze funzionali visive. Questo è, infatti, prioritario quando si mettono in campo degli interventi di riabilitazione proprio per i bambini che hanno il nistagmo. Come ogni altro disturbo visivo, il nistagmo rappresenta una situazione di rischio per lo sviluppo neuropsichico globale del bambino, sia in funzione del ruolo che la vista riveste nello sviluppo sia perché spesso si associa ad altre anomalie oculomotorie oppure a ipovisione, condizionando anche la strutturazione della funzione visiva stessa nelle sue diverse componenti.
È pertanto auspicabile, una volta definita la natura del nistagmo e le sue caratteristiche attraverso una valutazione neuroftalmologica a cui collabora anche il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, definire le caratteristiche prioritarie del difetto visivo, l’interazione tra la vista e le altre aree di sviluppo neuropsichico. Questo rappresenta una chiave per impostare il progetto terapeutico: intervento che dovrà essere il più possibile cucito su misura del bambino, individualizzato e personalizzato sia nelle modalità sia nei tempi, sebbene riconosciamo l’importanza di attuare un intervento il più precocemente possibile. Inoltre, dovrà essere un intervento globale, cioè rivolto alla promozione dello sviluppo del bambino nella sua globalità, e family centred, cioè condiviso con la famiglia.